Cerca nel blog

venerdì 21 giugno 2013

EQUITALIA: conti in rosso.


Ottomila dipendenti retribuiti con cinquecento milioni di euro in stipendi: i conti di Equitalia dipingono un ritratto che non può certo definirsi un capolavoro, anzi. La società di riscossione guidata dal numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, può essere considerato uno dei tanti “carrozzoni” d’Italia, un gruppo poco amato, costo e in perdita. Molti comuni cominceranno a farne a meno, ma Equitalia è in fase calante da diverso tempo.
Sono infatti tre anni che la situazione economica non è delle migliori. I numeri non lasciano spazio ad altre interpretazioni: ad esempio, tra il 2010 e il 2011 i ricavi sono calati di quasi duecento milioni di euro, scendendo anche l’anno scorso. Parlare di ricavi nel caso di Equitalia non è come parlarne per una semplice azienda. Si tratta infatti degli aggi, vale a dire quelle commissioni che vengono riconosciute su ogni singola riscossione e cartella esattoriale.
Nel dettaglio, tre anni fa sono stati registrati 1,22 miliardi di euro in aggi, un valore che è poi sceso progressivamente, 1,031 miliardi due anni fa e addirittura 925 milioni l’anno scorso. In parole povere, Equitalia ha visto scendere il suo fatturato di ben venticinque punti percentuali. Un altro dato allarmante è quello dei minori rimborsi spese per le varie riscossioni tributarie, il che vuol dire che gli esattori, figura tra le più odiate del paese, non se la passano proprio bene.
Sembra quasi un paradosso, ma chi riscuote le tasse in Italia è in perdita: si sta tentando di risolvere questa situazione ridimensionando la forza lavoro, visto che i già citati ottomila dipendenti sembrano un numero eccessivo, dunque non mancheranno gli esuberi. Ma la soluzione deve partire dall’altro, dal consiglio di amministrazione e da chi guida Equitalia, visti i loro lauti stipendi.

Nessun commento:

Posta un commento