Sebbene le risorse stanziate per il reinserimento dei disoccupati siano ancora insufficienti, sette regioni e due province autonome si sono già attivate per introdurre il reddito minimo.
Le regole per l'ottenimento del "reddito minimo di inserimento" o "reddito di garanzia" cambiano da regione a regione, prevedendo diverse soglie di accesso (Isee da 3mila euro a 18mila euro), diversi importi mensili (da 300 a 950 euro) e una platea di beneficiari diversificata (lavoratori usciti dalla cassa integrazione in deroga, famiglie numerose, nuclei con persone non autosufficienti).
L'unico percorso comune sembra essere il percorso di inclusione sociale e lavorativa che deve effettuare il destinatario dell'assegno.
Se andiamo a guardare la mappa delle regioni attive, pubblicata su IlSole24Ore, ci rendiamo conto che a finanziare il reddito minimo è quasi sempre il Fondo sociale europeo. 70 milioni di euro le risorse annuali stanziate dalla regione Puglia per le famiglie più povere, che possono ricevere un assegno mensile che va dai 210 ai 600 euro. La Giunta regionale pugliese ha approvato du Ddl sul reddito di dignità che dovrebbe diventare attuativo a breve. Segue la Provincia di Trento, dotata di reddito di garanzia già dal 2009, con 17 milioni di euro ed un assegno massimo di 950 euro al mese. Quasi 11 milioni di euro per la Provincia di Bolzano, che concede un'integrazione salariale maggiore quanto maggiore è il nucleo familiare che ne beneficia. Seguono, con 10 milioni di euro di risorse, le regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia. In Friuli l'Isee va fino a 6mila euro e l'importo massimo è di 550 euro al mese per 12 mesi rinnovabili. Nel Lazio la misura in questione è un'indennità di partecipazione di 6 mesi per i disoccupati di lunga durata e maggiori di 30 anni. La Lombardia, invece, ha dato il via al reddito di autonomia dallo scorso ottobre, destinandolo a chi è senza lavoro da almeno 3 anni, abbia un Isee familiare che inferiore ai 18mila euro e non sia destinatario di nessun altro sostegno al reddito. Già 5mila cittadini lombardi hanno usufruito dell'assegno per un importo massimo di 1800 euro in 6 mesi. In coda alla classifica la Valle d'Aosta, con un quasi 1 milione e mezzo di euro stanziati per il 2015 per un aiuto fino a 4.400 euro lordi in rate mensili fino a 550 euro per cinque mesi, e il Molise con 1 milione di euro per le famiglie più numerose, i nuclei monogenitoriali e quelli con persone disabili e/o anziani.
Le regole per l'ottenimento del "reddito minimo di inserimento" o "reddito di garanzia" cambiano da regione a regione, prevedendo diverse soglie di accesso (Isee da 3mila euro a 18mila euro), diversi importi mensili (da 300 a 950 euro) e una platea di beneficiari diversificata (lavoratori usciti dalla cassa integrazione in deroga, famiglie numerose, nuclei con persone non autosufficienti).
L'unico percorso comune sembra essere il percorso di inclusione sociale e lavorativa che deve effettuare il destinatario dell'assegno.
Se andiamo a guardare la mappa delle regioni attive, pubblicata su IlSole24Ore, ci rendiamo conto che a finanziare il reddito minimo è quasi sempre il Fondo sociale europeo. 70 milioni di euro le risorse annuali stanziate dalla regione Puglia per le famiglie più povere, che possono ricevere un assegno mensile che va dai 210 ai 600 euro. La Giunta regionale pugliese ha approvato du Ddl sul reddito di dignità che dovrebbe diventare attuativo a breve. Segue la Provincia di Trento, dotata di reddito di garanzia già dal 2009, con 17 milioni di euro ed un assegno massimo di 950 euro al mese. Quasi 11 milioni di euro per la Provincia di Bolzano, che concede un'integrazione salariale maggiore quanto maggiore è il nucleo familiare che ne beneficia. Seguono, con 10 milioni di euro di risorse, le regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia. In Friuli l'Isee va fino a 6mila euro e l'importo massimo è di 550 euro al mese per 12 mesi rinnovabili. Nel Lazio la misura in questione è un'indennità di partecipazione di 6 mesi per i disoccupati di lunga durata e maggiori di 30 anni. La Lombardia, invece, ha dato il via al reddito di autonomia dallo scorso ottobre, destinandolo a chi è senza lavoro da almeno 3 anni, abbia un Isee familiare che inferiore ai 18mila euro e non sia destinatario di nessun altro sostegno al reddito. Già 5mila cittadini lombardi hanno usufruito dell'assegno per un importo massimo di 1800 euro in 6 mesi. In coda alla classifica la Valle d'Aosta, con un quasi 1 milione e mezzo di euro stanziati per il 2015 per un aiuto fino a 4.400 euro lordi in rate mensili fino a 550 euro per cinque mesi, e il Molise con 1 milione di euro per le famiglie più numerose, i nuclei monogenitoriali e quelli con persone disabili e/o anziani.
http://www.consulentidellavoro.it/index.php/component/k2/item/4346-reddito-minimo-le-regioni-si-attivano
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