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mercoledì 31 ottobre 2012

Mercato del lavoro: Parma e provincia


I primi sei mesi di quest’anno sono stati per il lavoro e l’economia del Parmense sei mesi di grande sofferenza. La seconda ondata di recessione si sta portando via il “vantaggio” che questo territorio aveva accumulato negli anni divenendo nel 2007 la provincia più occupata e ancora, solo l’anno scorso, quella con un indice fra i più bassi di disoccupazione giovanile.
I dati sull’andamento del mercato del lavoro dipendente nel secondo trimestre 2012, presentati oggi in Provincia a Parma dal responsabile dell’Osservatorio Pier Giacomo Ghirardini ed elaborati con Monica Pellinghelli, raccontano degli effetti negativi sull’economia del territorio provocati dalla seconda ondata della recessione.
“La recessione ha colpito duro anche da noi – ha commentato l’assessore alla Formazione professionale e alle Politiche attive del lavoro della Provincia di Parma Manuela Amoretti -. Vediamo che se restano settori importanti, come l’agroalimentare e il chimico farmaceutico, che tengono anche in un momento così difficile, purtroppo altri settori registrano gravi problemi anche occupazionali. Di fronte a questo è più che mai necessario che le istituzioni, tutte le istituzioni, siano pienamente in campo qui ed ora, insieme alle forze economiche e sociali. Noi come Provincia ci siamo, con investimenti concreti. Siamo in campo per dare una mano da subito a ricostruire i posti di lavoro che abbiamo perso nei mesi scorsi: stando al fianco delle piccole e medie imprese, quelle che vogliono innovare e vogliono stare sui mercati internazionali nonostante tutte le difficoltà che stanno attraversando. E siamo in campo anche per dare una mano a tutte le persone che hanno perso il lavoro e lo cercano, per sostenerle nel ricollocarsi in quelle professionalità che anche in questo momento così difficile le aziende in salute stanno ricercando”. Ecco il quadro. L’export che fino all’anno scorso ha fatto da trainante ha nel secondo trimestre 2012 una brusca battuta d’arresto (- 4,7%). Cala significativamente la domanda di lavoro dipendente (-4,1% a livello tendenziale) con un aggravamento sul manifatturiero (-17,1%). Si verifica la distruzione netta di posti di lavoro dipendente: nell’industria, nel semestre, un saldo complessivo di - 821 unità di cui 522 nel manifatturiero (ben 653 solo nel secondo trimestre di quest’anno e -373 nel manifatturiero).
All’interno delle attività manifatturiere, la crisi peggiore la sta vivendo la meccanica generale (-222 posti) e in questo comparto le piccole e piccolissime imprese, soprattutto artigiane e “mature”, poco innovative, che ora abbandonano il campo, un segnale che desta molta preoccupazione. Resistono nella tenuta dei livelli occupazionali le strategiche industrie alimentari e l’industria chimica e farmaceutica che in questo territorio annovera realtà di eccellenza. Anche nella meccanica strumentale, ambito chiave per l’agroalimentare, ancora non si contano posti di lavoro distrutti.
Il dato peggiore è nelle costruzioni: - 508 posti, -18,8 la domanda di lavoro. A essere colpiti sono soprattutto lavoratori maschi e over 39enni, una forma di disoccupazione “classica” che considerata insieme alla difficoltà dei giovani fa dire che senza lavoro ci sono i figli ma anche i padri. Anche il dato di +254 rapporti di lavoro in alberghi e ristoranti non è sufficiente per non vedere che nel commercio suona il campanello d’allarme vista la forte riduzione nel semestre (-11%) della domanda di lavoro dipendente anche se ancora non c’è distruzione di posti di lavoro, ma solo per il ricorso agli ammortizzatori sociali e al lavoro intermittente.
Il lavoro, la quantità e la sua qualità, subisce un deterioramento. Cresce infatti la disoccupazione ma anche la precarietà e in particolare il lavoro intermittente o a chiamata. A fronte della perdita di -821 rapporti di lavoro dipendente si registra una crescita di +226 unità per i rapporti a tempo parziale e di +781 per quelli intermittenti (a tempo pieno e parziale) con una conseguente distruzione netta di – 1827 rapporti di lavoro a tempo pieno.
Torna a crescere la cassa integrazione straordinaria (+ 219,4%) mentre restano stazionarie Cig ordinaria e in deroga. Complessivamente nel secondo trimestre 2012 ci si attesta sui livelli raggiunti localmente nella precedente crisi, ma con un ricorso alla gestione straordinaria di gran lunga superiore ( il 57,1% delle ore rispetto al 20,4% del quarto trimestre 2009).
Anche i dati dei Centri per l’Impiego confermano la “pressione” della domanda di lavoro espressa dalla popolazione. Nel primo semestre 2012 i servizi per il lavoro della Provincia hanno stipulato 12.364 patti di servizio con altrettanti cittadini alla ricerca di lavoro, numeri che descrivono il solco profondo chela recessione sta tracciando anche nella provincia di Parma.
La presentazione dei dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro è stata seguita da un approfondimento (ancora in corso) con Carlo Dell’Aringa, professore ordinario di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, e Emilio Reyneri, professore ordinario di Sociologia del lavoro all’Università di Milano Bicocca. Coordina Patrizia Ginepri, giornalista economica della Gazzetta di Parma.


http://www.parmadaily.it/Notizia/59230/anche_a_parma_la_crisi_presenta_il_conto.aspx

“Immobilismo sulle politiche industriali, manovre economiche recessive, misure fiscali che penalizzano la domanda, tagli agli investimenti, leggi sul mercato del lavoro fallite prima di partire: in questo contesto politico-economico aspettarsi risultati positivi in provincia di Parma era irrealistico, chi vede la luce prende lucciole per lanterne. Con i dati congiunturali presentati oggi dall'OML siamo di fronte ad un riacutizzarsi grave delle tensioni occupazionali e sociali. Se fino ad alcuni mesi fa la precarizzazione a Parma veniva mitigata da un recupero di posti di lavoro, oggi siamo nella spirale di crescita della disoccupazione e crescita della precarietà. Anche le aziende che esportano non stanno assumendo e i settori, come commercio e servizi, che negli ultimi anni hanno assicurato occupazione, seppur di livello qualitativo insufficiente, hanno smesso di tirare.
Anche la capacità di fare sistema si è nel tempo indebolita e ciò che occorrerebbe oggi è un sussulto di orgoglio e di volontà comune di fare rete e invertire la tendenza.
La CGIL a Parma è fortemente preoccupata e rinnova il proprio impegno per far fronte al protrarsi della crisi, chiedendo a tutte le istituzioni e alle forze imprenditoriali di mettere i campo quanto possibile a sostegno dell'occupazione e del sistema produttivo. Non vanno infine dimenticate le ricadute sociali: è necessario che i Comuni, pur tra mille difficoltà, non taglino ulteriormente i servizi e le prestazioni perché le persone e le famiglie in difficoltà sono in crescita e non sanno più a chi rivolgersi”.

Fabrizio Ghidinisegr. confed. CGIL Parma con delega al Mercato del Lavoro



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