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lunedì 21 gennaio 2013

ITALIA-BCE: Fuga capitali

Lo aveva anticipato Investireoggi alcuni giorni fa, ma se adesso lo dice anche la BCE allora la situazione è veramente grave. Il presidente dell’Istituto di Francoforte, Mario Draghi, ha infatti detto che l’incertezza politica in Italia ha spinto alcuni capitali fuori dai confini nazionali alla ricerca di titoli più sicuri. Ciò è dovuto all’accresciuta incertezza politica in Italia – scrive la Bce in una nota di poche righe – che è stata all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri (flighttosafety), verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA.
Per il FMI, in un anno sono fuggiti 274 miliardi di euro dall’Italia
Tradotto: le tasse e l’elevata imposizione fiscale sui risparmi degli italiani stanno mettendo in fuga i capitali dal paese. Un fenomeno che ha assunto l’anno scorso proporzioni immani. Per Il Fondo Monetario Internazionale, se ne sono andati fuori dai confini italiani 274 miliardi di euro in 12 mesi, mentre secondo indiscrezioni trapelate da Bankitalia, a vario titolo, escono dalle banche italiane qualcosa come 19 miliardi di euro ogni mese. Questo fenomeno – sostengono gli economisti – non trova similitudini nemmeno con il periodo della guerra fredda o della crisi della lira della fine anni ’90 quando, peraltro, i controlli sull’esportazione valutaria erano molto deboli. Ciò che sta accadendo – osservano le associazioni dei consumatori – assomiglia a una grande diaspora che nasce in risposta alla dissennata politica fiscale messa in piedi da un governo tecnico delegittimato in partenza, ma egualmente sostenuto da partiti la cui visione è completamente distaccata dai problemi reali del paese.
Bankitalia: il successo delle aste dei Btp dimostra che i capitali non scappano 
Niente allarme, nessuna fuga di capitali dall’Italia per i banchieri di stato. Secondo quanto trapela dalla Banca d’Italia che diffonderà il suo bollettino periodico domani, l’analisi della Bce è sbagliata ed eccessivamente allarmistica. Come dimostrato dalla recente asta dei Btp a quindici anni, il vento è cambiato. Gli stranieri sono tornati a comprare i titoli di stato italiani, disprezzati solo fino a pochi mesi fa e lo spread è tornato a scendere. Inglesi, francesi, tedeschi, americani e persino arabi, si sono messi in fila per partecipare all’asta del Tesoro, che ha piazzato 6 miliardi di titoli con una domanda quasi doppia. E che ora – come osserva Maria Cannata, direttore del debito pubblico presso il Ministero dell’Economia – si prepara a tornare in tempi brevi anche sul mercato delle lunghissime scadenze, con un Btp trentennale.
Crisi economica Italia: i risparmi degli italiani sono in caduta libera
Ma allora chi ha ragione? La Bce o la Banca d’Italia? Chi ce la racconta giusta? Benché i due istituti abbiano due visioni completamente diverse della situazione, vanno osservati alcuni dati di fatto inequivocabili. Il primo è che a comprare Btp sono le banche e non i risparmiatori come un tempo, essenzialmente perché non hanno più soldi e anche perché i rendimenti sono talmente bassi rispetto al tasso d’inflazione che non c’è convenienza. E la Banca d’Italia, che dovrebbe essere indipendente e pubblica a tutti gli effetti, è controllata da banchieri privati, quelli che comprano i Btp in asta e strombazzano successi insperati in televisione. Il secondo punto è che la pressione fiscale sul risparmio (tassazione rendite finanziarie, imposta di bollo sui depositi e, adesso, anche la Tobin Tax) non incentivano il risparmio, anzi incentivano proprio l’elusione fiscale. Come? Portando i soldi all’estero, in Svizzera per esempio, dove tutti questi balzelli non si pagano e fino a 10.000 euro non è necessario effettuare alcuna dichiarazione. Quindi chi ha ragione?
Fuga capitali Italia: cattiva politica e troppi sprechi di denaro pubblico incubo di aziende e risparmiatori
Detto questo, è opportuno osservare che i capitali vanno là dove rendono di più. Questo vale tanto per le industrie (come la Fiat), quanto per i singoli risparmiatori. In Italia è stato commesso il gravissimo errore di aumentare le tasse in maniera selvaggia lasciando inalterata la spesa pubblica senza toccare minimamente gli sprechi della pubblica amministrazione, a cominciare dal Quirinale che costa 240 milioni di euro all’anno, il doppio rispetto a Bukigham Palace. Storture che non hanno eguali in Europa, il cui nome però viene rivendicato all’occorrenza da questa inetta e vecchia classe politica che pensa solo a fare i suoi luridi interessi servendosi di ogni messo di informazione per raccontare al paese menzogne o mezze verità. Come fa la Banca d’Italia.


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